Test INVALSI 2025
Test INVALSI 2025: 28M€ ben spesi?
Per la prima volta, lo ammetto, quest’anno ho letto le 191 pagine del Rapporto INVALSI, pubblicato il 09 luglio 2025, senza l’aiuto dell’AI (stupido io). Vi dico quello che penso con:
- Un paio di considerazioni scomode e provocatorie
- Dati e statistiche più allarmanti
- Conclusioni e possibili evoluzioni dei Test INVALSI
- Bibliografia
Un paio di considerazioni scomode e provocatorie
Prima considerazione scomoda
Perché un Test (con il relativo apparato di persone e attività) che fornisce una statistica che genera una spesa media annua di 28 milioni di euro [1] e che ha l’ambizione di fotografare lo stato di salute del nostro sistema scolastico, influenzando le scelte politiche che ne derivano, non deve fare media sui voti dei ragazzi che lo svolgono, come da scelta sancita dal DL 13 aprile 2017, n. 62 (“Le prove standardizzate di cui al comma 1 non concorrono alla valutazione finale degli alunni” [2])? Ci saranno certamente una serie di valide motivazioni che, onestamente, ignoro. Ma vi racconto la mia esperienza da genitore sul tema INVALSI e il risvolto critico che questa scelta comporti:
- Io a mio figlio: “Ma stai già uscendo? Domani non hai le prove INVALSI?
- Mio figlio a me: “Stica Pà, non fanno media…”
In estrema sintesi emergono due grandi rischi:
- Se non ha effetto sulle valutazioni, lo strumento su cui investiamo tra un mezzo e un quarto di quello che servirebbe per rendere detraibili i libri scolastici per tutte le famiglie italiane a prescindere dal reddito (stima fatta dall’AIE e riportata su un recente articolo di SkyTG24 [5]), influenzando un criterio di qualità del nostro sistema scolastico ben valorizzato dal Rapporto Nazionale Prove INVALSI 2025 [3], cioè l’equità sull’opportunità di apprendere, rischia di essere fortemente snobbato dagli alunni rispetto alle classiche verifiche scolastiche, generando dati non del tutto realistici e affidabili, che rappresentano fonte di riflessione per le scelte politiche da compiere.
- Lo strumento INVALSI rischia di perdere l’opportunità di generare negli alunni, almeno quelli del secondo ciclo di istruzione, la consapevolezza che una volta l’anno si potrà essere sottoposti a un test che copre tutto il programma di matematica, italiano e inglese e che i risultati influenzeranno i loro voti. Questo spingerebbe (forse) gli alunni a studiare tutto l’anno con più costanza, rafforzando le competenze di base, e non ad intermittenza, come spesso accade, sulla base di sporadiche verifiche o interrogazioni, a discapito di una preparazione di base adeguata. Un po’ come ‘l’effetto strizza’ che registriamo sui ragazzi che frequentano l’ultimo anno della Scuola Secondaria di Secondo Grado, in vista degli esami finali.
Seconda considerazione scomoda
Ci sono tre informazioni che messe insieme mi mandano in tilt:
- Il Rapporto Nazionale Prove INVALSI 2025 [3] cita nelle conclusioni i dati incoraggianti circa la dispersione scolastica, vantando il raggiungimento precoce dell’Italia del traguardo PNRR del 10,2% previsto per il 2026 (stiamo già di poco sotto). In sostanza, già nell’anno scolastico appena conclusosi, il 90% della popolazione scolastica completa almeno l’istruzione obbligatoria.
- Al contempo, però, lo stesso Rapporto certifica, ad esempio, che il 41.4% degli studenti del terzo anno della Scuola Secondaria di Primo Grado risulta avere una preparazione “inadeguata” (cioè sotto il Livello 3) in Italiano e il 44.3% risulta avere una preparazione “inadeguata” (cioè sotto il Livello 3) in Matematica. Allo stesso modo, il 37.6% degli studenti del secondo anno della Scuola Secondaria di Secondo Grado risulta avere una preparazione “inadeguata” (cioè sotto il Livello 3) in Italiano e il 46.4% risulta avere una preparazione “inadeguata” (cioè sotto il Livello 3) in Matematica. Il tutto con numeri significativamente più negativi nelle aree del sud e isole (Sicilia, Calabria e Sardegna, in particolare).
- Ma se guardiamo, ad esempio, alle statistiche relative agli esiti degli scrutini finali delle scuole secondarie 2024 [4], scopriamo che mediamente, in Italia, il 98.5% degli alunni del terzo anno della Scuola Secondaria di Primo Grado viene ammesso agli esami e le seguenti bocciature non fanno l’1%. Come se non bastasse, i valori relativi a questa statistica per il sud e le isole superano la media nazionale, vantando, inoltre, i voti più alti d’Italia, in media!
Come si conciliano questi dati e perché una tale stortura non porta a generare qualche ragionevole riflessione e conclusione? Anche qui, infatti, vedo due principali rischi:
- C’è il rischio che mettendo in priorità la necessità di raggiungere gli obiettivi di dispersione scolastica portiamo a superare gli esami di terza media, nonché il primo e il secondo anno delle superiori (lasciatemeli chiamare così per brevità e nostalgia) anche chi ha una preparazione inadeguata in materie fondamentali come l’Italiano e la Matematica (se consideriamo affidabili i dati espressi dal Test).
- Continuiamo a tollerare una grande iniquità tra le aree geografiche del nostro Paese, dove ad esempio, il sud più isole incrocia nelle sue statistiche i massimi nazionali sull’inadeguatezza della preparazione di base, come nel caso della terza classe della Secondaria di Primo Grado, e i massimi nazionali sui dati percentuali delle ammissioni agli esami dello stesso anno scolastico e i relativi voti finali
Dati e statistiche
Riflessioni e provocazioni a parte, non c’è dubbio che il Rapporto INVALSI 2025 sia utilissimo per analizzare una serie di statistiche. Molte di esse sono allarmanti, se escludiamo i dati sull’Inglese e le Competenze Digitali, se pur analizzate su un più ristretto campione. Riportiamone alcune, invitando ad approfondire il Rapporto completo [3].
- Percentuali di Studenti che superano il Livello Base o il Livello 3 per materia e grado scolastico
Ecco le percentuali di studenti che hanno raggiunto o superato la soglia di adeguatezza per ciascuna prova e grado scolastico, come definito dai livelli INVALSI (Fascia Base per la Primaria, Livello 3 per le Secondarie in Italiano e Matematica, Livello A1/A2/B1+/B2 per Inglese, Livello Intermedio per Competenze Digitali).
- Scuola Primaria, II Classe e V Classe
A conferma del fatto che, probabilmente, gli alunni più grandi ‘snobbano’ maggiormente il Test rispetto ai più piccoli (meno sensibili al fatto che il Test faccia media o meno sui propri voti), per gli alunni della Scuola Primaria si registrano i dati migliori, come si vede dai grafici di sintesi.
- Scuola Secondaria di Primo Grado (III Classe):
Già dal terzo anno delle ‘Medie’ comincia ad evidenziarsi il crollo dei numeri su Italiano e Matematica. Inadeguatezza reale o anche figlia di un manifesto disinteresse all’attenzione su Test che non influenzano i propri voti?
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- Scuola Secondaria di Secondo Grado (II Classe)
Male su Italiano e Matematica; bene sulle competenze digitali di base.
- Scuola Secondaria di Secondo Grado (Ultimo Anno)
Si arriva in fondo con una statistica impietosa: 1 su 2 non arriva ad avere un risultato adeguato su Italiano e Matematica. Inadeguatezza reale o anche figlia di un ancor più ampio manifesto disinteresse all’attenzione su un Test che non influenza i propri voti, in un momento di grande concentrazione rivolto agli esami finali, che contano sul serio?
Efficacia e rilevanza strategica dei
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- Test INVALSI: i test INVALSI, pur costando cifre considerevoli, rischiano di non riflettere accuratamente il livello di preparazione degli studenti a causa della loro non incidenza sulla valutazione finale degli stessi. Questo porta a un rischio di disinteresse e di sottovalutazione dell’importanza dello strumento da parte degli studenti, compromettendo la validità dei dati raccolti e la loro utilità a supporto delle decisioni politiche che ne possano derivare. L’impostazione data allo strumento nel 2017 andrebbe rivista.
- Contraddizioni e conflitti di interesse: il sistema scolastico italiano sembra non riuscire a bilanciare tra la necessità del raggiungimento degli obiettivi di dispersione scolastica e del raggiungimento di livelli adeguati di preparazione degli studenti; l’anticipato successo del target sulla dispersione scolastica appare in contrasto con l’evidenza, fornita dai dati INVALSI, di ampie fasce di studenti con una preparazione inadeguata in materie fondamentali come Italiano e Matematica. Si pone quindi il dubbio che si stia privilegiando un approccio volto a tollerare i risultati scolastici scadenti di grandi fette di popolazione studentesca (quasi 1 su 2) per raggiungere obiettivi quantitativi, a scapito di una reale e solida preparazione degli studenti. Occorre bilanciare tra i due obiettivi.
- Disparità territoriali: le marcate differenze regionali nei risultati dei test INVALSI evidenziano una persistente iniquità nel sistema scolastico italiano. Gli studenti delle regioni del Sud e delle Isole mostrano, ad esempio, livelli di preparazione inferiori rispetto alla media nazionale, nonostante i risultati scolastici apparentemente migliori. Ben vengano le 10 azioni del Piano Sud, annunciate dal Ministro a margine della presentazione del Rapporto INVALSI. Contiamo su una celere attuazione.
- Trend sull’adeguatezza della preparazione media preoccupanti: i dati INVALSI, se considerati affidabili, mostrano un trend negativo nella preparazione degli studenti in Italiano e Matematica nel corso degli anni del percorso di studi e, globalmente, peggiorano per tutti anno dopo anno. Questo declino va curato con urgenza. L’insegnamento di Italiano e Matematica va modificato, rinforzato, innovato, ammodernato. Subito.Conclusioni e possibili evoluzioni del sistema INVALSI
Vittorio Consolo
Co-Founder di Schooltoon
Bibliografia:
- INVALSI – Bilancio di previsione 2025: https://www.INVALSI.it/amm_trasp/documenti/Bilancio_di_previsione_2025.pdf
- Decreto Legislativo 13 aprile 2017, n. 62: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2017/05/16/17G00070/sq
- Rapporto Nazionale Prove INVALSI 2025: Rapporto prove INhttps://INVALSI-areaprove.cineca.it/docs/2025/Rilevazioni_Nazionali/Rapporto/Rapporto%20prove%20INVALSI%202025.pdfVALSI 2025.pdf
- Esiti degli Scrutini finali delle scuole secondarie di II grado 2024: Microsoft Word – comunicato_stampa_scrutini_ secondarie I_II grado_23_24 _2707https://www.mim.gov.it/documents/20182/7978739/Scrutini+Scuole+secondarie+I+e+II+grado+a.s.+2023-2024.pdf/228ff2ad-431c-3af0-4513-c76104e21a0b?t=1722503704848
- Articolo SkyTG24 sulle proposte dell’AIE: Scuolahttps://www.mim.gov.it/documents/20182/7978739/Scrutini+Scuole+secondarie+I+e+II+grado+a.s.+2023-2024.pdf/228ff2ad-431c-3af0-4513-c76104e21a0b?t=1722503704848, prezzo libri in aumento: ipotesi detrazione rilanciata da editori e librai | Sky TG24
