Cosa vuoi imparare?
Students Equality
Lotta di senso e classe del dono: Jack London e il richiamo all’azione.
Cambiare il mondo, amico Sancho,
non è follia né utopia,
ma solo giustizia.
(“Don Chisciotte della Mancia”, Miguel de Cervantes)
Il regalo più grande non trasferisce ricchezze, ma ne scopre, ne crea di nuove, dando fiducia a qualcuno o, semplicemente, al futuro.
Ognuno di noi sa dove può agire: dietro ogni azione c’è il desiderio di fare la differenza per qualcuno e possibilmente migliorare una pur piccola porzione di mondo. Non carità, esercitata in senso verticale e alla cieca per acquisire consensi, come racconta la cronaca recente, ma una solidarietà orizzontale che comporti rispetto e valore, un reciproco investimento.
Ci sono cose che si insegnano solo mettendosi in gioco, tramite un esempio virtuoso: gentilezza, cura, generosità, condivisione. Facendo in modo che l’educazione torni ad essere parte integrante della vita, interrogazione e senso. Che sia atto vitale, penetrazione feconda. E la solidarietà, oggi più che mai, è un’utopia necessaria.
Da piccoli fantasticavamo su cosa avremmo fatto da grandi e ognuno di noi si vedeva proiettato in un mondo di immagini mirabolanti: l’astronauta, l’esploratore, il calciatore, la scienziata, la spadaccina, la maestra e via di seguito. Crescendo lo abbiamo poi capito tutti, che la realtà offre pochi margini di riuscita per molte aspirazioni e che le contingenze della vita possono prevalere.
L’adolescente che fra le pareti di una cameretta cerca di mantenersi connesso, oltre la consolazione momentanea al suo isolamento, coltiva il sogno di essere riconosciuto ed ascoltato da quel “fuori” che è improvvisamente uscito dalla sua portata, nella relazione conoscitiva ed esistenziale con gli altri ed il mondo.
Crescere è in ultima analisi quella speranza di osmosi fra un “dentro” e un “fuori” che la tecnologia promette di soddisfare, ma che nella pratica annega nella solitudine, nel ripiegamento su se stessi.
C’è una fetta di popolazione sempre meno definita e rappresentata, senza impegni di lungo termine, che vive negli interstizi dell’emerso e nella continua rinegoziazione della vita. L’emergenza Covid ci ha confinati ancor di più nelle nostre prigioni private, anguste o, all’opposto, dorate: i privilegiati lo sono sempre di più, gli incuranti pure, come i disperati.
Tutti sembrano cercare un nemico, una colpa. Mentre dilaga la solitudine dei non necessari allo sforzo produttivo, dei vecchi o degli inetti. L’unica risposta, l’unico vaccino oltre il sopravvivere, è restare umani.
Abbiamo nostro malgrado assistito a un mutamento veloce e necessario verso sistemi a distanza. Se è triste pensare al virus come motore del progresso tecnologico e del digitale, lo è ancora di più il fatto che questo rapido cambiamento abbia visto molti studenti non riuscire a stare al passo, per mancanza dei mezzi necessari, come l’accesso alla rete Internet, la disponibilità di pc o tablet: problema moltiplicato in caso di più figli presenti in famiglia.
Se da un lato è vero che gli smartphone odierni sono dei computer miniaturizzati, il loro uso intuitivo non può essere confuso con l’uso invece consapevole dei programmi di un computer. I giovani devono comprendere le potenzialità e le possibilità d’uso della tecnologia, per non essere solo fruitori passivi di applicazioni. Un’ottica formativa richiede di gestire la parte creativa ed organizzare la conoscenza, usando il computer come strumento di lavoro; saper comunicare attraverso l’uso della posta elettronica, saper gestire strumenti hardware e software. Gli ideali democratici si stanno contraendo, specie laddove vi siano esigenze specifiche, collegate a disabilità o difficoltà. O dentro, o fuori.
Concentrarsi sulla crescita economica senza tenere conto delle conseguenze della sua distribuzione, comporta elevati livelli di disparità, situazioni pregiudizievoli e marginalizzazione,
Ci sono autori e libri del passato che sembrano parlare di quest’oggi. Lo scrittore statunitense Jack London, conosciuto principalmente per il Richiamo della foresta e Zanna bianca, fu in realtà uno dei primi a immaginare futuri apocalittici ma verosimili, come ne La peste scarlatta: la pandemia come forza distruttiva capace di sovvertire una società che, a torto, si riteneva consolidata. Il romanzo insieme a Il Vagabondo delle stelle e Il tallone di ferro, costituisce il trittico fantascientifico di Jack London. Nel Vagabondo delle stelle un carcerato sfugge alla costrizione fisica viaggiando con la mente; nel Tallone di ferro, si assiste allo scontro tra il sottoproletariato urbano e la borghesia, detentrice dei mezzi di produzione, della morale dominante e della conoscenza.
Scriveva Jack London nel 1906, in un articolo intitolato What life means to me e ritradotto ne Il senso della vita (secondo me), uno dei più espliciti attacchi all’élite e una condanna verso un certo modo di “fare beneficenza”: «Non era tanto questo loro materialismo che mi sconvolgeva […] Queste belle donne splendidamente abbigliate parlottavano dei loro piccoli dolci ideali e dei loro piccoli cari principi morali; ma, al contrario di quanto dicevano, la chiave dominante della vita che conducevano era materialistica. Ed erano così sentimentalmente egoiste! Davano il loro contributo a ogni sorta di piccola opera di carità e se ne vantavano, mentre, in ogni momento, il cibo che mangiavano e gli splendidi abiti che indossavano erano il frutto dei dividendi ricavati con il sangue del lavoro minorile, dello sfruttamento e della stessa prostituzione».
Il mondo, oggi come allora, si divide in alto e in basso.
Il basso somiglia ancora all’abisso che London aveva sperimentato in prima persona, mentre l’alto resta incapace di avere una visione d’insieme del futuro. Nel romanzo omonimo, Martin Eden è un ragazzo autodidatta proprio come il suo creatore, che grazie a un duro apprendistato diventa scrittore e arriva a urlare al mondo le proprie idee: il socialismo irrequieto, il rifiuto della disuguaglianza, la concezione della vita come lotta contro un destino che non ci appartiene, ispirato e sostenuto in questo dal suo amore per la bellezza. Una storia che non smette di raccontarci che i sogni si realizzano con la perseveranza. I temi del riscatto e della delusione, lo sguardo verso l’altro, delineano un quadro non diverso da quanto accade oggi in Italia e nel mondo. Soprattutto dopo che la pandemia ha dimostrato criticità e pericoli del capitalismo globalizzato. E un altro testo di Jack London scritto oltre un secolo fa, Rivoluzione, denuncia i pericoli del Capitalismo, dannoso non tanto in se stesso, quanto nell’incapacità di sfruttare le opportunità del progresso in virtù di una società evoluta, giusta, egualitaria. Ne risulta invece una società dalle grandi contraddizioni e dal profondo divario sociale. A più di un secolo di distanza, insomma, non sembra essere cambiato molto, basti pensare ai rider, i nuovi “schiavi cittadini” e a tutte le vecchie e nuove forme di sfruttamento: la parola “Rivoluzione” continua ad avere senso, finché ci sono battaglie da combattere per l’uguaglianza e i diritti degli uomini.
Basata fin dall’inizio della sua storia quasi decennale sul motto Education / Revolution, Schooltoon si è posta tra i suoi obiettivi la costruzione di una piattaforma di condivisione, per incoraggiare esperienze di valore etico e buone pratiche, preservando il senso della meraviglia.
Celebriamo questo Natale con un piccolo dono, un pc nuovo recapitato ad un giovane amico, per svolgere in modo più costruttivo ed autonomo il suo lavoro di studente.
Lanciamo la Campagna “Students Equality” con l’invito per altre aziende a fare lo stesso: creare un’opportunità, un valore, a partire dal perimetro del conosciuto, dal vicino di casa, dal collega, da un ragazzino arrivato da lontano.
Usciamo dall’idea dell’emergenza, costruendo un’esistenza in relazione, pratica quotidiana di umanesimo. Una rivoluzione necessaria, un approccio partigiano, ove partigiano è riferito allo spirito di chi ha scelto da che parte stare, cioè accanto a chi si occupa di educazione e di scuola con intenti inclusivi e democratici. Tradotti in azioni.
“Se ci diamo una mano, i miracoli si faranno e il giorno di Natale durerà tutto l’anno”.
(Gianni Rodari)